Come un cortometraggio ha dato vita al primo tour operator di incoming delle Alte Madonie specializzato in esperienze ancestrali per chi cerca le proprie origini siciliane
Il turismo delle radici rappresenta una delle forme più autentiche e profonde di viaggio: non si tratta di visitare luoghi, ma di ritrovare pezzi della propria identità, di riconnettere fili invisibili con terre che parlano ancora la lingua del sangue e della memoria. In Italia, e in particolare in Sicilia, milioni di discendenti di emigrati cercano ogni anno le case dei bisnonni, i borghi delle lettere d'amore conservate nei bauli, i volti familiari nelle fotografie ingiallite.
Francesco Ippolito
di
Madonie Travel Service
ha trasformato questa ricerca emozionale in
un modello di incoming esperienziale unico nel suo genere.
Con base a Petralia Sottana, nel cuore del Parco delle Madonie, Francesco ha creato il primo tour operator di incoming delle Alte Madonie specializzato in quello che lui stesso definisce "pellegrinaggi ancestrali": non tour, non turisti, ma viaggi dell'anima per italo-americani di terza e quarta generazione che tornano nella terra di origine.
Nato dalla passione per lo storytelling e i cortometraggi, il progetto di Francesco è diventato un ponte tra due mondi: quello del Nuovo Mondo americano e quello delle radici siciliane, dove il tempo rallenta, l'accoglienza è familiare e ogni esperienza si trasforma in story living. In questa intervista, affiliato del Network Infovacanze, Francesco ci racconta come si costruisce un business turistico puntando su autenticità, connessioni locali e la capacità di far vivere emozioni che vanno oltre il semplice viaggio.
Dalle origini: quando un cortometraggio diventa un tour operator
Ciao Francesco, sei il titolare di Madonie Travel Service, una realtà che racconta la Sicilia in maniera autentica. Raccontaci come nasce il tuo progetto e qual è la tua mission.
Grazie Alessio per la domanda.
Madonie Travel Service nasce nel 2019. Il progetto che ho in mente viene dalla mia passione: la passione dei video. Prima realizzavo dei cortometraggi assieme alla mia associazione video, che è a Cefalù e Petralia Sottana.
Con la realizzazione di un cortometraggio dedicato a chi ha abbandonato la propria terra nel 1900 per andare a trovare il cosiddetto "Nuovo Mondo" (quindi le Americhe, gli Stati Uniti), tramite questo cortometraggio sono stato contattato da una scrittrice americana che mi ha chiesto esplicitamente: "Riusciresti a organizzare un tour dedicato a italo-americani che hanno voglia di tornare nelle proprie terre di origine?" E io ho detto: proviamoci. È stato un buon business.
È stato un buon business, ma che cos'è che ti ha spinto poi a puntare sul turismo incoming e fare delle Madonie il cuore della tua attività?
Analizzando il mio territorio, notavo che il mio territorio è un pezzo turistico, è pronto per il turismo. Ma quello che mancava nel territorio (perché ci sono singoli servizi: le guide escursionistiche, gli alloggi, gli agriturismi, hotel) era un ente che pacchettizzava. Allora ho detto: proviamo a fare il pacchettizzatore di questa terra.
E ho creato MTS, il primo tour operator incoming sulle Alte Madonie. Dico il primo perché ci sono altre agenzie di viaggio, ma hanno puntato sull'outgoing, il classico outgoing. Non c'era nessuno che aveva base sulle Madonie che pacchettizzava per l'incoming sulle Alte Madonie.
Petralia Sottana e il Parco delle Madonie: territorio, radici e accoglienza
Petralia Sottana e il Parco delle Madonie sono quindi la tua casa e il tuo laboratorio di turismo. Quanto contano le radici locali nel tuo lavoro quotidiano?
Le radici locali nel mio lavoro sono la base di tutto il mio lavoro. Conoscenza del territorio, connessione con la gente del luogo, far capire a chi viene da fuori che non viene nella classica destinazione turistica commerciale di massa, ma viene in un posto familiare dove viene accolto come se ci conoscessimo da 40 anni, come se ci conoscessimo da una vita e fossimo una grande famiglia.
Anche chi viene in maniera autonoma e non sceglie i nostri servizi arriva in paese e scopre una realtà dove può essere anche invitato a casa senza conoscersi. Quindi andare a mangiare all'interno delle case dei Petralesi, dei Madoniti in generale, non è una cosa difficile. Ma fondamentalmente abbiamo capito che noi il turismo incoming, il turismo delle radici, ce l'abbiamo sempre avuto nel sangue: era soltanto questione di metterlo in commercio.
Il turismo delle radici: pellegrinaggi emozionali e story living
A proposito di turismo delle radici, uno dei tuoi progetti più forti è appunto il turismo delle radici. Cosa significa per te, ma soprattutto come si traduce in esperienze concrete per chi torna in Sicilia a riscoprire la propria storia familiare?
Il turismo delle radici, come ogni forma di turismo, ha tante sfaccettature. Perché quando si parla di turismo delle radici, la prima cosa che ti viene in mente è la ricerca genealogica: quindi la ricerca della famiglia, dei parenti, dove è nato il bisnonno. Andiamo a riscoprire quell'angolo di paese, quello scorcio che ti porta a scoprire dove è nato tuo nonno e quindi a creare delle emozioni.
Dietro le quinte: emozioni, lacrime e ricongiungimenti inaspettati
Ma ci puoi raccontare un dietro le quinte di un'esperienza che hai organizzato e che ti ha emozionato particolarmente, sia lato complessità ma soprattutto anche per la risposta dei clienti?
Allora, come dicevo, quello che noi facciamo quando iniziamo a vendere i nostri pacchetti è iniziare con delle video call, delle video call che sono delle vere e proprie sedute psicologiche perché cerchiamo di captare le emozioni che vuoi trovare nel tuo viaggio ancestrale, nel tuo viaggio della terra di origine. Quando arrivano non sai mai chi realmente trovi.
Premesso che devo dire che nei racconti che sento tutte le volte, in tutti i singoli ospiti, c'è sempre qualcosa che ci accomuna. Perché se sei arrivato qua tramite me c'è una forza sovrannaturale che ci ha legato, e questo è l'impatto iniziale. E andare a sentire le proprie storie durante il soggiorno, escono fuori degli scenari incredibili: sono dei punti che ci uniscono.
Il dietro le quinte speciale che mi ha emozionato è la storia di una ragazza che aveva prenotato ed era arrivata, ma non sapevamo... Io dal cognome avevo capito che c'era qualche influenza madonita, ma esplicitamente lei non aveva mai detto che i loro parenti avevano origini di Petralia. Fortuna vuole che per puro caso faccio una ricerca, faccio qualche chiamata a qualche anziano, cerco di capire qual è il soprannome, troviamo i parenti in vita e andiamo a casa di questi parenti dove escono tutte le fotografie dei loro bisnonni. E troviamo anche la mamma della ragazza tra le foto quando era piccola.
Emozioni trasmesse, pianti e lacrime. Questa è stata una cosa che mi ha veramente emozionato perché non era una cosa combinata, non era una cosa organizzata, è stato un last minute, un supplement che abbiamo dato. E poi tutto in giro in paese perché sapevano dove era nata la mamma, dove era nato il bisnonno, e quindi siamo andati in qualche angolo di paese a riscoprire la casa natale.
E lì praticamente subentra una cosa: queste persone cominciano ad isolarsi, cominciano a somatizzare tutto (e lì diventano psicosomatici a tutti gli effetti) e c'è una sorta di ringraziamento. Loro portano con sé dei doni dal Nuovo Mondo, cioè dagli Stati Uniti, per donarli alla terra di origine: spargono fiori, stanno seduti a terra, chiudono gli occhi ed è una sorta di trasposizione interna. Cioè, loro... non lo so, all'interno di loro cosa succede, ma stanno con gli occhi giù, si fanno delle preghiere interne e tu lo capisci perché cominciano a uscire delle lacrime. E allora lì hai detto: ho regalato qualche emozione.
Madonie vs circuiti tradizionali: il tempo rallentato e l'accoglienza autentica
Francesco, la tua Sicilia è molto diversa da tutti i classici circuiti. Spiegaci perché un viaggiatore dovrebbe scegliere un'esperienza nelle Madonie invece delle rotte più battute.
Quando tu vieni da una grande città dove i ritmi sono frenetici, dove il tempo è scansionato da uno strumento che si chiama orologio, dove hai meeting, dove hai l'orario per mangiare, l'orario per dormire, e arrivi in questa terra dove devi venire a dimenticare cos'è un orologio, cos'è il battito del tempo... L'unico clock che devi sentire è il ritmo del tuo cuore che rallenta, in modo che tu cominci a rilassarti, cominci ad essere te stesso e a capire che puoi anche lavorare nel nostro territorio adottando il tempismo dei siciliani.
Il rapporto diretto con il cliente e la Sicilia divisa per colori
Francesco, parliamo quindi proprio di un rapporto diretto che tu hai con i tuoi clienti. Ma dimmi una cosa, che cos'è che cercano di più le persone quando ti contattano e soprattutto che cosa si portano a casa dopo un'esperienza fatta con te?
Allora, diciamo che io sono un tipo strano. Perché sarà la mia formazione naturale che ho avuto nel tempo, perché tutto quello che ho fatto per passione nella vita (dal teatro a guidare macchine da corsa, a lavorare in famiglia con i miei), tutta la mia vita praticamente, tutte le esperienze che ho fatto lì, la mia vita l'ho concentrata nel mio modo di essere, nel mio modo di lavorare.
Cosa vuol dire questo? La mia formazione è naturale, non è una formazione universitaria: è una formazione che cerca di trasmettere quello che sono io. E quando viaggi con me non c'è la differenza. Non c'è la differenza che io sono il TO, io sono la guida, io sono l'autista, tu sei il cliente. No, perché fin dall'arrivo in aeroporto do un abbraccio, un abbraccio sincero, perché intanto è un ringraziamento: ti sto ringraziando già che hai scelto me come tuo accompagnatore di questa tua avventura. E già fin dal primo minuto, nonostante ci sia il jet lag, la stanchezza e tutto, loro già sono pronti ad ascoltare quello che tu vuoi trasmettere.
Si parla di cultura, si parla di geografia, si parla di natura. Ed è la prima cosa che dico, perché vendere solo le Madonie è molto difficile, quindi devo per forza utilizzare i famosi "specchietti per le allodole". Quali sono questi specchietti? Le aree macro della Sicilia: quindi la parte storica, culturale, la Valle dei Templi, l'Etna. Quindi i nostri tour hanno un passaggio obbligatorio sulla mia terra, nella mia porzione di Sicilia. Ma quando tu la racconti a colori, la suddividi in colori (il rosso dell'ovest, il nero dell'est, l'azzurro e il verde del nord e il giallo ocra del sud Sicilia), già fai una divisione della Sicilia che ti comincia a far domandare: perché la dividi in colori?
Perché dici che l'ovest di Sicilia è rosso, nero l'est è sicuro perché è la terra dell'Etna, la terra vulcanica. Ma se ti dovessi chiedere a te: perché secondo me il rosso, il rosso rubino è nell'ovest della Sicilia? Perché sono i tramonti delle saline di Marsala, perché il rosso intenso del vino è nell'ovest di Sicilia, perché il rosso è il sangue del tonno. Le tonnare, la maggior parte sono nate nell'ovest di Sicilia, perché la caccia dei tonni viene lì.
Porto un esempio: il verde, il nord, perché il nord è la parte naturalistica, è sempre verde della Sicilia, la Madonia sopra Palermo. Il giallo ocra della Valle dei Templi del sud, le terre aride del sud (perché anche qua c'è molta più acqua al nord che al sud), e la terra nera dell'est di Sicilia.
Creare rete con le comunità locali: la base del turismo esperienziale
Francesco, quanto è importante per te creare rete con le comunità locali, le istituzioni e le altre agenzie per portare avanti questa forma di turismo esperienziale in Sicilia?
Allora, è la base. Anche questa è la base del mio lavoro, perché prima di creare le connessioni e le reti con le istituzioni, io ho creato le reti con gli autoctoni, con chi vive con me questa terra. E portare un gruppo di persone a casa dell'artigiano, a casa del pastore, della famiglia, della nonnina che ti fa la salsa di pomodoro, è una bella esperienza, un'esperienza che piace.
L'affiliazione con Infovacanze: strumenti, supporto e famiglia
Ti faccio la domanda adesso: essere parte del Network Infovacanze, quali vantaggi concreti ti ha portato per crescere sia come tour operator di incoming e anche per rafforzare la tua proposta?
Allora, far parte del Network Infovacanze intanto è stato il mio primo network, perché mi hanno dato le basi per poter iniziare questo lavoro in maniera legale. Perché la formula che ha adottato Infovacanze è una formula che, come si dice, mi intuisce. Perché loro ti danno gli strumenti, ma poi sei tu stesso, e devi puntare su te stesso e andare avanti. Ma loro ti supportano in tutto.
Andare a far parte di un network con tante agenzie dove tu presenti il tuo prodotto, perché non facendo outgoing (in questo caso io faccio incoming), e quando arrivano le richieste per la tua terra la prima cosa che viene è chiamare l'agenzia locale. Quindi chiedono: "Mi serve fare questo." "Ok, abbiamo questo contatto, Francesco è specializzato in incoming in Sicilia, prova a contattare lui." Già sono contatti che ti arrivano, quindi è creare una nuova famiglia.
Ecco, perché appunto questo network non è solo il classico network di agenzie, ma questo network ha un rapporto bello con tutti, perché siamo tutti sullo stesso livello, non abbiamo differenziazione di ruoli. Però ti unisce la familiarità: cioè tu trovi cordialità e risposta immediata da tutti gli organi che fanno parte dell'Infovacanze.
Dopo tutti questi anni di attività nel Network Infovacanze, ti riaffilieresti oggi? E se sì, perché?
Le condizioni sono sempre quelle, quindi non vedo per quale motivo non dovrei riaffiliarmi di nuovo. Cioè, lo rifarei al 100%, perché quando ho iniziato non sapevo cosa era il mondo del turismo, non sapevo qual era l'area più giusta, e loro in una settimana mi hanno aperto un mondo su quello che poteva essere la mia forma identitaria nel mondo del turismo.
Consigli per chi vuole fare incoming: credere in se stessi e nel territorio
Francesco, un consiglio a chi vuole iniziare a fare incoming sul proprio territorio: cosa serve davvero per creare esperienze autentiche e non banali?
Allora, quando tu decidi che vuoi fare incoming nel tuo territorio, la prima cosa è la conoscenza del tuo territorio, è capire quanto vuoi puntare su te stesso, non sugli altri. Prima devi essere tu, devi essere l'imprenditore di te stesso, è capire che tutto è possibile. Può essere improbabile, ma non impossibile.
In questo settore dell'incoming, qualsiasi cosa... Non significa che ti sto dicendo "vendete aria fritta", vi sto dicendo semplicemente che tutto è possibile. Bisogna crederci: più grande è il pensiero, più grande il progetto, più successo avrai. Ma devi essere tu stesso a crederci, non possono essere gli altri.
Grazie mille Francesco.
Grazie a tutti.
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