Estate 2025: spiagge vuote, ma il caro-ombrelloni non è l’unico protagonista – la vacanza “classica” al mare è superata.

Alessio Levi-Minzi

L’estate italiana del 2025 racconta una storia sfaccettata: da un lato si registrano spiagge sorprendentemente vuote — in particolare in Versilia, Lazio, Calabria, Salento, Toscana e Riviera Romagnola — come emerge da diverse cronache recenti . Le presenze in spiaggia sono in calo, con zone dove i turisti scendono fino al 25% rispetto agli anni precedenti.

L’estate italiana del 2025 racconta un fenomeno curioso: in molte località di mare, soprattutto in Versilia, Lazio, Calabria, Salento, Toscana e Riviera Romagnola, le spiagge sono sorprendentemente vuote, con cali fino al 25% rispetto agli anni precedenti.


Perché? Il “caro-ombrelloni” e il caro vita hanno sicuramente un peso — con aumenti medi tra il +5% e il +9% in alcune mete — ma non sono l’unica causa.

Sempre più famiglie, giovani e viaggiatori maturi scelgono di non andare al mare nei mesi di alta stagione per motivi che vanno dal caldo estremo all’affollamento, fino alla voglia di vivere esperienze nuove e più stimolanti.


Spiagge vuote: il titolo fa notizia, la realtà è più complessa

Il calo di presenze in spiaggia è diventato in poche settimane un tema caldo non solo per gli operatori turistici, ma anche per il dibattito politico e giornalistico.

Titoli sensazionalistici e dichiarazioni di parte hanno spesso ridotto la questione a un unico colpevole — il “caro-ombrelloni” — trascurando il quadro più ampio fatto di cambiamenti climatici, nuove abitudini di viaggio, destagionalizzazione e ricerca di esperienze alternative.

Questa semplificazione ha contribuito a polarizzare l’opinione pubblica, alimentando la percezione di una “crisi del mare” che, in realtà, è soprattutto un’evoluzione delle scelte turistiche. Comprendere il fenomeno nella sua interezza è essenziale per costruire strategie efficaci e intercettare i nuovi desideri dei viaggiatori.


La vacanza al mare? Per molti è ormai "roba da boomer"

Negli ultimi anni, la tradizionale villeggiatura balneare — due settimane nello stesso stabilimento, tra lettino e ombrellone, nei mesi di luglio e agosto — è passata dall’essere un rituale estivo irrinunciabile a una scelta sempre meno diffusa.

Per una parte crescente di italiani, questa formula è percepita come “retrò”: troppo statica, ripetitiva e poco stimolante rispetto ai nuovi modelli di viaggio. I trend odierni premiano la varietà e la flessibilità: unire più mete nello stesso periodo, alternare relax e attività, scegliere periodi meno affollati, esplorare destinazioni lontane o vivere esperienze immersive in contesti autentici.


Non si tratta di abbandonare il mare, ma di integrarlo in un concetto di vacanza più dinamico e personalizzato, che risponde meglio ai ritmi e ai desideri del viaggiatore contemporaneo.


Le nuove vacanze degli italiani

  1. Coolcation e turismo montano in crescita
    Le ondate di calore spingono verso mete più fresche: montagna, laghi e località verdi registrano aumenti costanti (+4,8% arrivi, +2,2% pernottamenti). Dolomiti, Trentino-Alto Adige, Cortina e piccole località alpine diventano alternative sempre più popolari.
  2. Borghi e turismo autentico
    Cresce il fascino dei borghi storici e delle aree rurali, scelti per la loro bellezza, tranquillità e autenticità.
  3. Viaggi esperienziali e medio-lungo raggio
    Molti viaggiatori preferiscono pacchetti che combinano cultura, natura, sport e gastronomia, o scelgono destinazioni internazionali come Parigi, Barcellona, Tokyo, New York, Sharm El Sheikh (+97%) e mete emergenti come Saranda in Albania.
  4. Vacanze più brevi ma più frequenti
    Sempre meno italiani prenotano le “classiche” due settimane ad agosto: cresce la tendenza a fare soggiorni di 2-5 notti, distribuiti durante l’anno.


Turismo in salute, ma mete e tempi cambiano

Nonostante il calo di presenze in spiaggia, il turismo complessivo è in crescita: Demoskopika stima 65,8 milioni di turisti e 267,4 milioni di presenze tra giugno e settembre (+3,4% e +2,1% rispetto al 2024).

Il fenomeno non è quindi una crisi, ma un cambiamento di paradigma: meno mare ad agosto, più viaggi distribuiti e variegati.


Il ritorno alle prenotazioni in agenzia

Il 2025 conferma un trend iniziato già nel post-pandemia: gli italiani tornano a prenotare in agenzia.

  • L’advance booking cresce: molte vacanze sono state bloccate con oltre 120 giorni di anticipo.
  • Secondo Astoi Confindustria Viaggi, il turismo organizzato registra +5% di fatturato rispetto al 2024, grazie a esperienze più personalizzate e meno affollate.
  • Le agenzie che offrono pacchetti “su misura” e servizi di consulenza personalizzata hanno resistito meglio al calo di prenotazioni su alcune mete classiche.


In un contesto in cui i viaggiatori cercano flessibilità, sicurezza e soluzioni chiavi in mano, l’intermediazione di un agente torna a essere percepita come un valore aggiunto, soprattutto per vacanze complesse, esperienziali o a lungo raggio.


Infovacanze: la rete che amplifica l’offerta

All’interno di questo scenario, il network Infovacanze rappresenta un modello vincente: le agenzie affiliate collaborano in modo sinergico, condividendo servizi e competenze per offrire un raggio d’azione più ampio e soluzioni sempre più personalizzate, autentiche e su misura.

Che si tratti di una “coolcation” in montagna, di un tour culturale in un borgo, di una crociera o di un pacchetto lungo raggio, Infovacanze riesce a soddisfare ogni esigenza, valorizzando l’esperienza del cliente e garantendo un supporto completo in ogni fase del viaggio.

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Quando qualcuno ci contatta per aprire un’ agenzia di viaggi indipendente , una delle prime domande è sempre la stessa: “Ma come faccio a farmi spazio, se sembra che ci sia già tutto? Booking, GetYourGuide, Viator… come posso competere con loro ?” È una domanda giusta. Il turismo è uno dei settori più affollati al mondo: la Toscana, la Sicilia, la Costiera Amalfitana o le Dolomiti sono destinazioni stra-promosse, e i pacchetti standardizzati (crociere, city break, vacanze mare) vengono venduti in migliaia di copie identiche. Le OTA (Online Travel Agencies) hanno risorse enormi e presidiano i motori di ricerca con campagne milionarie. Il loro modello è chiaro: volumi altissimi, margini bassissimi. Per una nuova agenzia, imitarle è veramente molto difficile. La sfida non è fare “meglio” la stessa cosa. La sfida è fare qualcosa di diverso, riconoscibile e autentico. Non basta avere un pacchetto Lo vediamo spesso: chi apre un’agenzia pensa che basti creare un pacchetto, metterlo online e aspettare i clienti. In realtà così si rischia solo di diventare invisibili. Il punto di partenza è un altro: a chi voglio parlare? Se un’agenzia prova a rivolgersi a tutti, non diventa memorabile per nessuno. Al contrario, quando individua una nicchia precisa, costruisce un’identità forte e riconoscibile. Oggi il turismo non è più di massa, ma di nicchie : famiglie con bambini, viaggiatori over 60, coppie in cerca di autenticità, turisti delle radici, gruppi aziendali, viaggiatori stranieri alto-spendenti. Significa che la domanda di autenticità c’è, ma bisogna saperla intercettare con scelte chiare. Storie di differenziazione Noi di Infovacanze lavoriamo ogni giorno con agenzie che hanno fatto questa scelta. In Maremma e Toscana , ad esempio, Etruscan Experience ha costruito la propria identità attorno alla cultura etrusca. Non propone semplici tour, ma esperienze che intrecciano borghi, necropoli, cantine e botteghe artigiane. Chi partecipa non si limita a visitare: vive una narrazione, un viaggio immersivo che nessuna OTA può replicare. In Sicilia , Madonie Travel Service si è specializzata nel turismo delle radici. Ci sono viaggiatori che arrivano dall’America o dall’Australia per ritrovare il borgo dei nonni. Non acquistano solo un pacchetto: partecipano a pranzi comunitari, feste patronali, momenti che li fanno sentire parte della loro storia. È emozione pura, che nessuna piattaforma online può offrire. In Franciacorta , Bacchus Tour ha trasformato l’enoturismo in un prodotto premium. Non degustazioni generiche, ma percorsi calibrati su diversi profili di viaggiatori: dal curioso al collezionista. Verticali di vini, abbinamenti gastronomici, visite private in cantine boutique. L’esperienza inizia in vigna e continua a casa, con le bottiglie spedite come ricordo del viaggio. Infine, in Campania , MyFair Italy ha puntato sui borghi come leva di sviluppo. Il turismo qui non è solo visita, ma incontro: eventi culturali, micro-festival, collaborazioni con enti locali e associazioni. Ogni esperienza diventa occasione per far emergere territori che spesso non trovano spazio nelle grandi rotte turistiche. Cosa accomuna tutte queste storie? Una scelta precisa: non replicare quello che fanno tutti, ma diventare unici su un segmento specifico . Dai casi concreti alla tua agenzia Questi esempi ci insegnano che non serve inventare mete nuove, ma reinterpretare quelle che già conosciamo. Un weekend a Montecatini può trasformarsi in un percorso detox con yoga, terme e degustazioni bio. Un tour in Costiera Amalfitana può diventare un viaggio “dal mare al limone”, con barca privata, limoneto e laboratorio di limoncello. Un classico “Etna + Taormina” può diventare “Etna 360°”: jeep tour, pranzo in rifugio, degustazione di vini e osservazione astronomica notturna. Non è il cosa a fare la differenza, ma il come . Un pacchetto non è mai solo una combinazione di servizi, è un racconto che il cliente decide di comprare. Se stai pensando di aprire un’agenzia, il primo mese è cruciale. Definisci il tuo target (2 profili ideali). Progetta 3 esperienze “firma” che ti rappresentino. Crea un sito semplice con 3 pagine mirate. Stringi almeno 2 partnership locali (hotel, NCC, produttori). In 30 giorni avrai già i mattoni per distinguerti dal mercato di massa. La forza della rete Un colosso può vendere volumi, ma non potrà mai avere la stessa forza di una rete locale. Un’agenzia indipendente ha un vantaggio enorme: può stringere partnership con hotel, NCC, ristoranti, produttori, guide, associazioni culturali. È da queste relazioni che nascono pacchetti unici e autentici. Un pranzo in vigna con il produttore, un laboratorio in bottega, una festa patronale vissuta da protagonisti: sono esperienze che un portale internazionale non potrà mai replicare con la stessa verità. Margini e sostenibilità Qui sta la differenza tra “vendere” e “guadagnare”. Molte nuove agenzie cadono nella trappola di competere sul prezzo. È la via più breve verso il fallimento. La strategia corretta è lavorare sul valore percepito : il cliente è disposto a pagare di più se percepisce cura, esclusività e autenticità. Per questo è importante pensare a un’offerta stratificata: pacchetto base, opzione premium, signature experience. Con la possibilità di aggiungere servizi extra come una cena stellata, un transfer privato o una degustazione esclusiva. Così non si punta solo a vendere tanto, ma a vendere meglio . 
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